Padova, «Dadi Home»: la casa vacanze inclusiva, i gestori sono ragazzi con sindrome di Down

Vicina alla chiesa di Santa Sofia, è un progetto della Cooperativa Vite Vere Down Dadi. Cinque camere doppie dal design minimal e giardino: «Sfiatiamo gli stereotipi»

(leggi l’articolo integrale del Corriere del Veneto del 20 marzo 2022)

 

Matteo sceglie le brioche più fragranti, quelle dorate al punto giusto, la cura che mette in ogni gesto è qualcosa di imparato nel tempo, con determinazione. Giorgia prepara caffè e cappuccini, all’inizio non è stato facile, ma ora lo sa fare bene. Ogni azione è una conquista. La sindrome di Down non impedisce di avere una vita autonoma, tutto è solo un po’ più faticoso. Insieme a Giulia e Matteo gestiscono «Dadi Home», la nuova struttura in centro storico a Padova, accanto alla chiesa medievale di Santa Sofia, aperta da due giorni. Camere e prima colazione come un bed&breakfast, però si chiama «Casa vacanze»: per legge la definizione di bed&breakfast si ha quando il luogo dell’ospitalità è anche la casa in cui si vive.

Un sogno diventato realtà

Cinque camere doppie, design minimal, ambienti lussuosi e giardino esterno: «Dadi Home» è il progetto della Cooperativa Vite Vere Down Dadi, in collaborazione con i servizi socio sanitari dell’Ulss 6. Un sogno lungo quattro anni, tanto ci è voluto per trasformare quello spazio in una struttura ricettiva, con un investimento notevole, circa 700mila euro, finanziati in parte dalla Fondazione Cariparo e in parte dalla raccolta fondi dell’associazione Down Dadi, da sponsor e benefattori. Quattro giovani dai 20 ai 30 anni con sindrome di Down, Matteo Bovo, Matteo Sbettega, Giorgia Boscolo, Giulia Drago, lavorano nella struttura, dall’accoglienza, al servizio colazione, le camere, tutto è gestito da loro. Un progetto di autonomia di vita e professionale, che punta a renderli indipendenti e aprirli alla socialità che una professione di questo tipo porta, con clienti sempre diversi e da ogni parte del mondo.

 

La prima in Italia

È la prima struttura di questo genere in Italia gestita da ragazzi e ragazze con sindrome di Down. Perché, a differenza di qualche altra realtà, l’obiettivo qui è stato creare bellezza. Un ambiente di design, bello e lussuoso, anche per sfatare lo stereotipo che i posti con persone con disabilità siano tristi. «Bellezza e qualità, abbiamo voluto ambienti così, molto belli — sottolinea Patrizia Tolot, presidente della Cooperative Vite Vere Down Dadi — . Le persone che ci lavorano dentro hanno tanta bellezza da dare. Il turista deve scegliere Dadi Home perché è un bellissimo posto, poi scoprirà che in più ha anche un valore sociale». Il progetto è avveniristico, ragazzi e ragazze con sindrome di Down vengono preparati in modo professionale a lavorare nella struttura. Fanno esperienza sul campo e dopo un paio di anni potranno essere assunti in qualsiasi hotel o simili. Una sorta di «palestra» per dimostrare le competenze acquisite e perfezionarle ancora di più. «Un luogo dove, a rotazione, più persone potranno fare esperienza di lavoro e di socialità — fa notare Patrizia Tolot — questo li porterà a inserirsi poi nel mondo del lavoro». Il 14 maggio grande festa di inaugurazione di «Dadi Home». Intanto, per soggiornare, si può prenotare tramite Urban flat o sul sito www.dadihome.it.